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Invio curriculum agenzie di traduzione...da che parte iniziare
Thread poster: Cartrad
Cartrad
Cartrad
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Sep 16, 2010

Buongiorno a tutti,

chiedo gentilmente aiuto ai traduttori esperti per orientarmi nella giungla della ricerca di lavoro.
Possiedo una laurea in traduzione, una specialistica in lingue per la comunicazione internazionale e ho appena terminato un master in traduzione tecnico scientifica. So utilizzare abbastanza bene trados 2007 e ho ottenuto la certificazione base per l'utilizzo di trados 2009. Ho già avuto 3 esperienze di stage aggratis in agenzie di traduzione e ora mi ritro
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Buongiorno a tutti,

chiedo gentilmente aiuto ai traduttori esperti per orientarmi nella giungla della ricerca di lavoro.
Possiedo una laurea in traduzione, una specialistica in lingue per la comunicazione internazionale e ho appena terminato un master in traduzione tecnico scientifica. So utilizzare abbastanza bene trados 2007 e ho ottenuto la certificazione base per l'utilizzo di trados 2009. Ho già avuto 3 esperienze di stage aggratis in agenzie di traduzione e ora mi ritrovo a districarmi nella giungla della ricerca dei miei primi clienti. Rispondo da sei mesi ormai a oltranza alle offerte di lavoro che trovo su proz senza mai ottenere alcuna risposta e ho iniziato la pratica dell'invio a raffica di cv presso agenzie di traduzione in Italia, Spagna, Inghilterra e Stati Uniti (sia rispondendo ad annunci che con candidature spontanee), ma per ora tutto tace, zero nessuna risposta. Allora ho inizato a cercarmi qualche collaborazione a titolo volontario (in modo da poter iniziare a mettere un minimo di straccio di esperienza nel curriculum e poter cosi iniziare a lavorare), ma senbra assurdo, nemmeno le associazioni contattate mi hanno risposto nonostante sul loro sito fosse scritto che cercavano traduttori volontari.....

Io non mi scoraggio di certo, però rimane il fatto che voglio iniziare a lavorare nel settore per cui ho studiato facendo 7 anni di sacrifici. Come si fa ad ottenere i primi lavori? Accetto consigli grazie, ne ho davvero bisogno. Magari sbaglio qualcosa nel modo di presentarmi....qualcuno può consigliarmi e aiutarmi?
Vi faccio un'altra domanda: che tariffe chiedere all'inizio? E quando iniziare ad aprire la partita iva?

Grazie in anticipo a quanti vorranno darmi il loro contributo.

Un saluto

Sara
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Giuseppe Orlando
Giuseppe Orlando
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Sono io fortunato o cosa? Sep 21, 2010

Insomma, sono un giovane traduttore anch'io e sono abbastanza indaffarato da non venire qui sul forum di Proz da un bel pezzo; e che trovo adesso? Tanti messaggi di giovani frustrati per via delle difficoltà che incontrano ad inserirsi. Giovani molto più titolati di me! Mi dispiace che siate in questa situazione e vi auguro quantomeno di trovarvi presto nella mia situazione (non rosea, ma nemmeno grigia).
Domande: Sarà che forse sono stato previdente, cominciando a informarmi su TUTTO c
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Insomma, sono un giovane traduttore anch'io e sono abbastanza indaffarato da non venire qui sul forum di Proz da un bel pezzo; e che trovo adesso? Tanti messaggi di giovani frustrati per via delle difficoltà che incontrano ad inserirsi. Giovani molto più titolati di me! Mi dispiace che siate in questa situazione e vi auguro quantomeno di trovarvi presto nella mia situazione (non rosea, ma nemmeno grigia).
Domande: Sarà che forse sono stato previdente, cominciando a informarmi su TUTTO ciò che c'è da sapere su questo mondo già prima ancora di iscrivermi a una scuola per med. ling. e cominciando a fare traduzioni gratis per il no-profit sin dal secondo anno di mediazione linguistica e a pagamento sin dal terzo anno? sarà che mi so muovere meglio? o sarà che sono fortunato?
Io in passato (un passato recentissimo in fondo) non ho fatto altro che spulciare in lungo e in largo Proz e Internet per intere giornate, ho letto il preziosissimo articolo su come diventare traduttori scritto da Simon Turner sul suo sito, prima di compilare il mio CV (attentamente creato nei minimi dettagli basandomi sui consigli e sugli esempi di CV per me migliori presenti su Proz) ho fatto un'analisi approfondita del mio passato e delle mie passioni per capire cosa so tradurre meglio, ovvero quali sono le mie specializzazioni (che mai saranno certificate da chissà quale master costosissimo, ma solo consolidate dalla mia esperienza, curiosità e passione). Infine, ben consapevole del tempo che intercorre prima che in una tarda sera di piena estate di chissà quale anno qualche agenzia si accorga che esistiamo anche noi aspiranti, ho inviato il mio CV già abbastanza dignitoso prima ancora di laurearmi in MEDIAZIONE e non certo in traduzione specializzata.
Non ho fatto altro e ho sempre chiesto compensi assolutamente professionali, non certo da fame. Lavori per tariffe veramente basse li ho solo e sempre accettati quando erano talmente facili da fare che in poche ore avrei potuto fatturare 60 euro come minimo.
Se tutte queste sono cose che non hai fatto come me prima ancora di laurearti, allora parti svantaggiata sicuramente come tantissimi altri. Ma non demordere. Fai come me, documentati passando giornate intere su Proz fino a che gli occhi non ti bruciano sul serio e non hai mal di testa, sii inventiva e propositiva creando anche forme tutte tue di incentivi (CHE NON SIGNIFICA TARIFFE DA FAME) per spingere i clienti a ricontattarti e vedrai che qualcosa comincerà a muoversi come succede per tutti. Ricorda che questa è un'attività imprenditoriale e quindi ci vuole tempo per andare a regime. La prima agenzia mi contattò dopo due mesi per fare una cosa talmente breve che quasi i costi di paypal e la ritenuta di acconto superavano il netto a pagare, un'altra mi contattò dopo cinque mesi per un certificato da tradurre con estrema urgenza... E' così che si comincia. Piano piano e facendo spesso traduzioni che altri rifiutano o non possono fare. I libri che ti impegnano per un mese intero al punto che ti scoccia o non vedi l'ora di finirli arrivano dopo.
Non ti auguro buona fortuna, perché spero fermamente che non sia una questione di fortuna. Ti auguro solo di avere pazienza, di tenere duro e non svenderti.
Il resto verrà da sé.

"I'm a great believer in luck and I find the harder I work, the more I have of it"
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gianfranco
gianfranco  Identity Verified
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Spirito di iniziativa Sep 21, 2010

Giuseppe Orlando wrote:
... ... non ho fatto altro che spulciare in lungo e in largo Proz e Internet per intere giornate, ho letto il preziosissimo articolo su come diventare traduttori scritto da Simon Turner sul suo sito, prima di compilare il mio CV (attentamente creato nei minimi dettagli basandomi sui consigli e sugli esempi di CV per me migliori presenti su Proz) ho fatto un'analisi approfondita del mio passato e delle mie passioni per capire cosa so tradurre meglio, ovvero quali sono le mie specializzazioni (che mai saranno certificate da chissà quale master costosissimo, ma solo consolidate dalla mia esperienza, curiosità e passione). ... etc.


Bravo Giuseppe,

si inizia così. Ci vuole spirito di iniziativa e studio, ingegno e applicazione. Insomma, serve, innanzi tutto, la mentalità giusta, che purtroppo non è posseduta da molti tra i giovani partecipanti a questo forum, o giovani traduttori in genere. Mi domando se riusciranno mai a lavorare, in questo mestiere o veramente in qualunque altro lavoro autonomo... e molti tra loro sono decisamente adatti ad altri mestieri meno creativi.

Il tipico giovane traduttore che arriva su questi lidi, infatti, non si impegna a prepararsi da solo, neppure scorrendo i titoli delle discussioni e leggendo magari una discussione tenuta il giorno prima, esattamente sullo stesso argomento. Tanto meno facendo una lettura sistematica di tutto quello che è stato detto e ripetuto n-mila volte in 10 anni.

Giusto per intenderci, come spirito d'iniziativa molti sono al livello di non darsi da fare per capire da soli da che parte leccare un francobollo, nonostante la teoria dei francobolli sia ampiamente documentata su Internet.

Va bene, forse nel corso di laurea non si è parlato di francobolli, ma si dovrebbe comunque avere acquisito la cultura generale e avere l'intelligenza normale per sapere come cercare le informazioni di base. Poi, certamente, si può venire in pubblico per chiedere cose meno banali, che siano anche stimolanti per attivarsi e rispondere, e alimentare quello spirito di aiuto reciproco e la comunicazione di informazioni utili anche a molti lettori di passaggio.

Ti rispondo dopo che ho quasi abbandonato questo forum perche' il tuo atteggiamento spicca in una massa di persone che hanno l'imprenditorialità di una patata lessa.
Continua così e lavorerai sempre, molto probabilmente anche bene, visto che questa mentalità serve anche per fare il lavoro, non solo per trovarlo.

ciao
Gianfranco


P.S.: per qualcuno che si fosse incuriosito, rivelo che i francobolli vanno umettati, in genere poggiando brevemente su un tampone inumidito dal lato opposto alla figura. Questo lato, in fase di produzione, è stato dotato di un leggero strato di una sostanza adesiva detta "colla".
Per l'applicazione, poggiare il lato della colla sulla busta (il lato con la figura deve essere visibile all'applicatore). La consuetudine è di mantenere nel francobollo l'orientamento inteso dal disegnatore, deducibile dalle scritte, cifre e altri elementi grafici, e di applicare con i lati orientati in modo che siano paralleli ai lati della busta-bersaglio.
La stessa procedura può essere applicata anche per le "marche da bollo".


 
Francesca Casoli
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Fortuna? D'accordo in parte... Sep 22, 2010

Giuseppe Orlando wrote:


Domande: Sarà che forse sono stato previdente, cominciando a informarmi su TUTTO ciò che c'è da sapere su questo mondo già prima ancora di iscrivermi a una scuola per med. ling. e cominciando a fare traduzioni gratis per il no-profit sin dal secondo anno di mediazione linguistica e a pagamento sin dal terzo anno? sarà che mi so muovere meglio? o sarà che sono fortunato?
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Se tutte queste sono cose che non hai fatto come me prima ancora di laurearti, allora parti svantaggiata sicuramente come tantissimi altri. Ma non demordere. Fai come me, documentati passando giornate intere su Proz fino a che gli occhi non ti bruciano sul serio e non hai mal di testa, sii inventiva e propositiva creando anche forme tutte tue di incentivi (CHE NON SIGNIFICA TARIFFE DA FAME) per spingere i clienti a ricontattarti e vedrai che qualcosa comincerà a muoversi come succede per tutti. Ricorda che questa è un'attività imprenditoriale e quindi ci vuole tempo per andare a regime.


Mi congratulo con te per la tua "fortuna", "bravura" o "spirito di iniziativa" che dir si voglia.
Però vorrei solo far riflettere su un punto: non tutte le facoltà (e parlo in generale, non solo del nostro campo) permettono spazi di manovra. A volte il carico di studio è talmente pesante che si riesce a malapena a gestire quello. Aggiungi che magari lo studente è fuori sede e i primi anni deve farsi volente o nolente il callo con tutte le faccende da sbrigare. Aggiungi pure il fatto che magari è costretto a mantenersi lavorando. Oppure mettiamo che lo studente non è in grado, o meglio non se la sente, di gestire tante cose insieme almeno all'inizio. E c'è invece chi è superman e riesce a cavarsela con tutto. Sul fatto di informarsi posso anche essere d'accordo, frequento Proz da prima di registrarmi, ma ho cominciato a "spulciarlo" solo a seduta di laurea terminata. Non credo che esista un metodo giusto e uno sbagliato sotto questo punto di vista, ci sono troppe variabili in gioco. E non si può dire di partire svantaggiati per questo.

Inoltre, non mi sembra che Sara sia proprio a digiuno, visto che qualche esperienza in-house l'ha avuta. Secondo me, piuttosto, come lei stessa suggerisce, è probabile che stia sbagliando il modo di porsi.
Allora visto che sono neolaureata anch'io posso solo ripetere quello che ho imparato a mia volta (ma che ancora non ho messo a frutto) e che magari può sembrare ovvio, ma repetita juvant!
Sara, il tuo curriculum l'hai redatto da freelance? Combinazioni linguistiche, servizi offerti, strumenti in tuo possesso, output giornaliero? Dalle tue esperienze non hai ottenuto delle referenze da poter inserire? Se non è così, fossi in te me le farei dare a posteriori, non credo avranno problemi!


 
Giuseppe Orlando
Giuseppe Orlando
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Thanksgiving Day Sep 22, 2010

gianfranco wrote:
Continua così e lavorerai sempre, molto probabilmente anche bene, visto che questa mentalità serve anche per fare il lavoro, non solo per trovarlo.


Grazie e grazie anche a Simon Turner e a un mio professore che, attraverso alcuni suoi aneddoti divertenti che era solito raccontarci, mi ha inculcato la mentalità del non svendersi mai (a proposito, ho saputo ieri di una torinese che ha fatto un lavoro di 80 pagine per un quinto di quel che avrei chiesto io che abito in un paese del palermitano dove la vita costa poco. Molti si arrabbierebbero, ma per me è stata paradossalmente una grossa soddisfazione essere guardato da chi mi raccontava il fatto - il committente - come un professionista che si fa rispettare economicamente).
Certe cose che ho scritto qui ero solito dirle anche ai miei colleghi universitari e proprio non capivo. Raccontavo loro i miei primi piccoli successi con inevitabile entusiamo e loro mi guardavano quasi apatici o dubbiosi (come per dire "Ci riuscirò mai?") e poi cambiavano discorso chiedendo: "Cosa c'è da fare per domani?" Il mondo sembra essere diventato immobile e pieno di persone che pensano che prendere ancora un titolo di studio in più sia la soluzione a tutto quando già potrebbero lanciarsi per quanto sono brave (discussione avuta ieri proprio con una vecchia collega universitaria che cercavo di spronare). Non me ne volere Sara. Cerco solo di spronare anche te, perché se ci spronassimo tutti, si spronerebbe forse anche l'Italia.
E speriamo bene per il lavoro. Fra pochi giorni completerò infatti un libro di poker sul quale lavoro da tempo e poi si tornerà in attesa... Se non altro, mi consolerò giocando di più proprio a poker. In fondo, se c'è un vantaggio nel fare il traduttore è che molte cose che traduci poi ti tornano utilissime.


 
Giuseppe Orlando
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A Francesca Sep 22, 2010

Francesca Casoli wrote:
Però vorrei solo far riflettere su un punto: non tutte le facoltà (e parlo in generale, non solo del nostro campo) permettono spazi di manovra. A volte il carico di studio è talmente pesante che si riesce a malapena a gestire quello.


Ok. Può anche essere. Come cinicamente penso che dovrebbe esserci meno gente che si iscrive all'università e più manovali, vista la cultura e flessibilità intellettuale media dello studente italiano. Ma (questo non c'entra con Sara) ho visto anche fin troppi colleghi universitari che se lasciassero perdere il cazzeggio e i giochi su Facebook avrebbero ORE INTERE per fare altro, che non vuol dire necessariamente studiare di continuo (io ero tutt'altro che un secchione), ma anche andare in giro per un parco a conoscere casualmente gente che può rivelarsi utile. Peggio per loro.


Aggiungi che magari lo studente è fuori sede e i primi anni deve farsi volente o nolente il callo con tutte le faccende da sbrigare.


Io lo ero e per tornare allì'appartamento ci mettevo oltre mezz'ora e poi c'era anche il rientro pomeridiano. Chi semina raccoglie. Questione di fare sacrifici per un po'. Quando raccontavo ai miei colleghi che stavo passando le prime tre settimane di luglio seguenti alla fine del secondo anno universitario a tradurre un manuale per Justlanded che mi sarebbe stato enormemente utile come tirocinio universitario e tesi e per fare curriculum loro mi prendevano per pazzo e mi dicevano "Ma vattene a mare!". L'anno successivo ero io a dirgli "Andatevene a mare!" oppure "Ci venite con me a...?"


Oppure mettiamo che lo studente non è in grado, o meglio non se la sente, di gestire tante cose insieme almeno all'inizio.


E' questo il guaio, secondo me. Non se la sentono e poi si trovano a dover recuperare terreno dopo la laurea, il che capisco quant'è sfrustrante. Le agenzie ci mettono sempre molti mesi prima di contattarti per la prima volta. Se, conscio di questo, non avessi preso a contattarne un po' da molto prima di laurearmi a quest'ora starei qui a scrivere un messaggio come quello di Sara e Serena o starei a fare stages gratuiti o scarsamente pagati a destra e a manca mentre l'età avanza e il desiderio di farmi una famiglia cresce. Sicuramente è un punto di vista discutibile il mio, ma, per me, gli stages in traduzione sono forme di schiavismo bell'e buono per chi ha frequentato un corso di laurea triennale in mediazione o addirittura una biennale in traduzione specialistica. Potrei capire un laureato in traduzione che va a fare un apprendistato come falegname o fabbro, visto che sono cose di cui non sa niente, ma qualcosa di traduzione si dovrebbe sapere dopo 3-5-6-7 anni di studio specialistico e correzioni quotidiane di traduzioni insieme ai professori. E poi entra in gioco anche il talento. In fondo,non basta studiare le tecniche per prendere 30 e lode o fare un'ottima traduzione per un cliente. I miei professori lo ripetevano sempre: "Voi uscirete da qui con una professionalità immediatamente spendibile sul mercato del lavoro. Non fate cose che sapete di non poter fare e non fatevi mai sfruttare."


Inoltre, non mi sembra che Sara sia proprio a digiuno, visto che qualche esperienza in-house l'ha avuta. Secondo me, piuttosto, come lei stessa suggerisce, è probabile che stia sbagliando il modo di porsi.


Infatti. E non sarebbe successo se - nel suo caso specifico, che non conosciamo - avesse avuto l'opportunità di documentarsi o se si fosse documentata un po' prima e se forse avesse avuto professori migliori per certi aspetti. Ma ormai è acqua passata e bisogna rimboccarsi le maniche. I consigli che le dai sono ottimi dato che sono proprio quelli che sono stati dati mille volte.

Buon lavoro anche a te!
Già che ci sono vado ad aggiornare il mio curriculum qui su Proz, 'ché è un po' troppo datato.

[Edited at 2010-09-22 10:05 GMT]


 
Francesca Casoli
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Non giudicare Sep 22, 2010

[quote]Giuseppe Orlando wrote:

Io lo ero e per tornare allì'appartamento ci mettevo oltre mezz'ora e poi c'era anche il rientro pomeridiano. Chi semina raccoglie. Questione di fare sacrifici per un po'. [quote]

E chi ti dice che Sara (o io o Serena, ecc) non ha fatto sacrifici? Mi sembra già di aver scritto che le variabili in gioco sono talmente tante che nessuno può permettersi di fare affermazioni del genere.


E' questo il guaio, secondo me. Non se la sentono e poi si trovano a dover recuperare terreno dopo la laurea, il che capisco quant'è sfrustrante. Le agenzie ci mettono sempre molti mesi prima di contattarti per la prima volta. Se, conscio di questo, non avessi preso a contattarne un po' da molto prima di laurearmi a quest'ora starei qui a scrivere un messaggio come quello di Sara e Serena o starei a fare stages gratuiti o scarsamente pagati a destra e a manca mentre l'età avanza e il desiderio di farmi una famiglia cresce. Sicuramente è un punto di vista discutibile il mio, ma, per me, gli stages in traduzione sono forme di schiavismo bell'e buono per chi ha frequentato un corso di laurea triennale in mediazione o addirittura una biennale in traduzione specialistica. Potrei capire un laureato in traduzione che va a fare un apprendistato come falegname o fabbro, visto che sono cose di cui non sa niente, ma qualcosa di traduzione si dovrebbe sapere dopo 3-5-6-7 anni di studio specialistico e correzioni quotidiane di traduzioni insieme ai professori. E poi entra in gioco anche il talento. In fondo,non basta studiare le tecniche per prendere 30 e lode o fare un'ottima traduzione per un cliente. I miei professori lo ripetevano sempre: "Voi uscirete da qui con una professionalità immediatamente spendibile sul mercato del lavoro. Non fate cose che sapete di non poter fare e non fatevi mai sfruttare."


Esatto, il tuo punto di vista è discutibile. Io ho ancora voglia di "perdere tempo a imparare". Non me ne importa niente dell'età che avanza, o dell'orologio biologico essendo donna, o di perdere terreno rispetto ad altri, certe esperienze o si fanno ora o non si fanno più, e un tirocinio in una agenzia seria (soprattutto se estera) secondo me non ha prezzo. Io ho deciso che non manderò cv prima di aver passato un altro anno a formarmi, tanto per fare un esempio.

PS. cerchiamo di tornare in topic altrimenti ci sgridano


 
Luca Ruella
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E' questo il problema. Sep 22, 2010


A volte il carico di studio è talmente pesante che si riesce a malapena a gestire quello. Aggiungi che magari lo studente è fuori sede e i primi anni deve farsi volente o nolente il callo con tutte le faccende da sbrigare. Aggiungi pure il fatto che magari è costretto a mantenersi lavorando. Oppure mettiamo che lo studente non è in grado, o meglio non se la sente, di gestire tante cose insieme almeno all'inizio.


Sicuramente non è il caso di Sara, tuttavia ritengo che sia proprio questo tipo di atteggiamento nel voler trovare giustificazioni a tutto uno dei grandi problemi di base.

Diciamolo chiaro: per diventare un professionista in qualsiasi campo, traduttori inclusi, **bisogna farsi un mazzo tanto**

Uno studente non è in grado di gestire il "carico di studio"?
Meglio che faccia altro, dato che il "carico di lavoro" dopo gli studi sarà sicuramente superiore agli impegni universitari (lavoro di notte durante weekend e feste, lo abbiamo fatto tutti)

Deve farsi il callo con tutte le faccende da sbrigare? Ma stiamo scherzando?
Quando sarà "adulto" oltre a badare a se stesso dovrà badare pure a eventuali figli, mogli mariti.

Lo studente "non se la sente" di fare tante cose insieme!?! Povero nini!

E' meglio che questo studente incapace di gestire il carico di lavoro universitario e di badare alle normali faccende di casa, concedetemi la licenza poetica, si dia una svegliata perché la vita è dura e complessa e, se non ci attrezziamo di conseguenza, siamo destinati a fallire. La vita lavorativa sarà 100 volte più dura!


 
Giuseppe Orlando
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E poi venne il sangue Sep 22, 2010

Francesca Casoli wrote:
E chi ti dice che Sara (o io o Serena, ecc) non ha fatto sacrifici? Mi sembra già di aver scritto che le variabili in gioco sono talmente tante che nessuno può permettersi di fare affermazioni del genere.


E a me sembra di aver scritto che parlo di quello che ho visto intorno a me per anni e che non conosco il caso specifico di Sara. Potrebbe benissimo essere stata un'ammirevole studentessa fuori sede che si pagava gli studi lavorando la notte oppure una mantenuta da papà con un sogno ma senza tante idee chiare per realizzarlo come ne ho conosciute tante. Io sto facendo solo un discorso generale con cui intendo dire che se vuoi diventare chirurgo prima devi sapere se il sangue ti fa venire la nausea. Tutto qui.
Poi ho visto che hai frequentato Forlì. Quindi immagino...

Francesca Casoli wrote:
Io ho ancora voglia di "perdere tempo a imparare".


Allora buon studio, senza ironia.

Adesso torno definitivamente a scervellarmi su una maledetta frase mal scritta.


 
Francesca Casoli
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Non giustificazioni, motivazioni. Sep 22, 2010

Ribadisco che ho semplicemente invitato a riflettere su una serie di motivazioni, attenzione - non giustificazioni -, che potrebbero anche essere -non importa se nel caso specifico o meno- anche molto più gravi di quello che in questo momento io e voi riusciamo a pensare, per cui una persona si può trovare in una situazione del genere e che quindi dovremmo imparare a capire cosa ci può essere dietro una richiesta di aiuto sul forum prima di rispondere.

Altre riflessioni

[quote]Luca Ruella wrote:

Uno studente non è in grado di gestire il "carico di studio"?
Meglio che faccia altro, dato che il "carico di lavoro" dopo gli studi sarà sicuramente superiore agli impegni universitari (lavoro di notte durante weekend e feste, lo abbiamo fatto tutti)


In certe scuole te lo insegnano dal primo anno che bisogna tradurre di notte, di domenica e nei weekend, non a parole ma con i fatti. Non c'è mica necessità di arrivare al "mondo del lavoro" per scoprirlo.


Deve farsi il callo con tutte le faccende da sbrigare? Ma stiamo scherzando?
Quando sarà "adulto" oltre a badare a se stesso dovrà badare pure a eventuali figli, mogli mariti.

Lo studente "non se la sente" di fare tante cose insieme!?! Povero nini!

E' meglio che questo studente incapace di gestire il carico di lavoro universitario e di badare alle normali faccende di casa, concedetemi la licenza poetica, si dia una svegliata perché la vita è dura e complessa e, se non ci attrezziamo di conseguenza, siamo destinati a fallire. La vita lavorativa sarà 100 volte più dura!


C'è chi impara a gestire tutto quanto, e chi invece capisce che dovrà iniziare a lavorare a tariffe decenti per potersi permettere una donna delle pulizie, una balia ...o un clone.
Badare a mio marito? E perché non saprà badare a se stesso? ...lungi da me il matrimonio se fosse davvero così...

Mi piacerebbe sapere (in privato perché OT) anche cos'è che "immagina" Giuseppe.

[Modificato alle 2010-09-22 11:37 GMT]


 
Angie Garbarino
Angie Garbarino  Identity Verified
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Posso far notare una cosa? Sep 22, 2010

Scusate se mi permetto, ma ho notato che (a pari competenze a quanto sembra) Giuseppe ha ben compilato il suo profilo su ProZ.com, mentre quelli di Sara e Francesca sono completamente vuoti, esiste addirittura un servizio marketing for translators qui su proZ che appunto spiega come migliorare la visibilità per attirare più clienti.

Il mio consiglio è di inserire più informazioni possibili nella sezione "about me", come ha fatto Giuseppe, giustamente se avete un curriculum inse
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Scusate se mi permetto, ma ho notato che (a pari competenze a quanto sembra) Giuseppe ha ben compilato il suo profilo su ProZ.com, mentre quelli di Sara e Francesca sono completamente vuoti, esiste addirittura un servizio marketing for translators qui su proZ che appunto spiega come migliorare la visibilità per attirare più clienti.

Il mio consiglio è di inserire più informazioni possibili nella sezione "about me", come ha fatto Giuseppe, giustamente se avete un curriculum inserite qualche informazione presa dal curriculum, cercate di farvi verificare le credenziali da ProZ.com, rispondete ai KudoZ, tutte cose che se spulciate ben bene il sito troverete spiegate.


Spero di essere stata d'aiuto

In bocca al lupo!
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Cecilia Di Vita
Cecilia Di Vita  Identity Verified
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parole sante Sep 22, 2010

Luca Ruella wrote:
Sicuramente non è il caso di Sara, tuttavia ritengo che sia proprio questo tipo di atteggiamento nel voler trovare giustificazioni a tutto uno dei grandi problemi di base.
Diciamolo chiaro: per diventare un professionista in qualsiasi campo, traduttori inclusi, **bisogna farsi un mazzo tanto**
Uno studente non è in grado di gestire il "carico di studio"? Meglio che faccia altro, dato che il "carico di lavoro" dopo gli studi sarà sicuramente superiore agli impegni universitari (lavoro di notte durante weekend e feste, lo abbiamo fatto tutti)

Deve farsi il callo con tutte le faccende da sbrigare? Ma stiamo scherzando? Quando sarà "adulto" oltre a badare a se stesso dovrà badare pure a eventuali figli, mogli mariti.
Lo studente "non se la sente" di fare tante cose insieme!?! Povero nini!
E' meglio che questo studente incapace di gestire il carico di lavoro universitario e di badare alle normali faccende di casa, concedetemi la licenza poetica, si dia una svegliata perché la vita è dura e complessa e, se non ci attrezziamo di conseguenza, siamo destinati a fallire. La vita lavorativa sarà 100 volte più dura!


Amen, Luca. Veramente.


 
Luca Ruella
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Curriculum Sep 22, 2010

E scrivete il curriculum in maniera professionale.

Non avete idea di cosa ricevo:

- impaginazione pessima, refusi, testo non allineato
- poco chiari
- voci tipo "istruttore in palestra", "servizio sicurezza in discoteca", "commessa negozio di scarpe" o "mimo durante l'estate" (giuro, sono casi reali)


 
Angie Garbarino
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Sulle faccende da sbrigare Sep 22, 2010

Concordo con Luca, veramente... nella vita esistono delle priorità e le faccende da sbrigare DEVONO venire DOPO, ma proprio in coda... se ci si vuol creare una carriera.

Veramente...


 
Silvia Prendin
Silvia Prendin  Identity Verified
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Competenze Sep 22, 2010


- voci tipo "istruttore in palestra", "servizio sicurezza in discoteca", "commessa negozio di scarpe" o "mimo durante l'estate" (giuro, sono casi reali)
Forse volevano attestare una minima esperienza in attrezzature per palestre, gergo giovanile, settore calzature e turismo?
Tutto fa brodo...


 
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