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Lista degli errori: Errore n. 1 Pò invece di po'
Thread poster: Giuseppina Gatta, MA (Hons)
transparx
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grazie per la precisazione... Jan 5, 2007

Anna Lanave wrote:

...rispondo prontamente

Nella lingua italiana, il sostantivo orrore significa sensazione di ribrezzo mista a timore causata da ciò che appare crudele o ripugnante oppure sentimento di avversione e di rifiuto.

In conseguenza di ciò, usare la parola orrore e non errore significa usare una parola diversa (per esprimere un dato concetto) e non sostituire una parola con l'altra.

Ciao
Anna



[Edited at 2007-01-05 19:57]

[Edited at 2007-01-05 19:59]


...pensavo che l'ironia del mio post fosse palese.
So bene qual è il significato di orrore, ma trovo strano che un errore possa causare orrore e/o indignazione. Non sei la sola a usare 'orrore' invece di 'errore'. Lo so, non è un errore...

Il thread iniziato da Giuseppina invita tutti i membri a elencare gli errori che 'non sopportano'. Beh, a me gli errori non danno fastidio, probabilmente perché mi sono formato -linguisticamente- in una scuola di grammatica descrittiva. Ciò che è veramente importante da un punto di vista linguistico non è tanto correggere gli errori, quanto cercare di capire perché chi li commette li commette (mi scuso per l'apparente ripetizione...dopo tutto, la mia dissertation trattava proprio la reduplicazione sintattica --anche se questa non lo è). Perché, per esempio, i parlanti usano [pò] invece di [po']? Devo dire che, prima di leggere il vecchio thread di Giuseppina, non mi ero neanche accorto di questo problema. Io ho sempre usato il secondo e continuerò a farlo, ma certo non mi dà fastidio incontrare il primo nelle mie letture, né tanto meno giudico chi lo usa --specialmente nei forum, dove l'atmosfera dovrebbe essere se non informale almeno rilassata. A Giuseppina dà fastidio...bene, se ne parli pure...
E perché tanta gente ormai usa [da] invece di [dà]? Pensate davvero che la funzione discriminativa evidenziata da Sabina (OK da un punto di vista prettamente prescrittivo) svolga un ruolo deontologicamente necessario in questo caso? Ma non avete mai sentito parlare di "complementary distribution" (non so quale sia il termine tecnico in italiano). Se tale funzione discriminativa fosse veramente così importante -e non, invece, una mera convezione, le parole omonime (sia omofone che omografe) avrebbero tutte bisogno di particolari accorgimenti atti a evitare che i parlanti e i lettori si confondano....Ma così non è. I parlanti e i lettori sono più intelligenti di quanto normalmente immaginiamo.

Per concludere, trovo che sia un'ottima idea incontrarsi in questo forum e parlare delle variazioni linguistiche...abbiamo tutti da imparare. Ma non sopporto il perbenismo, così vorrei aggiungere un nuovo ingrediente: un pizzico di grammatica descrittiva.


 
Sergio Mangiarotti
Sergio Mangiarotti
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Tengo / ci tengo Jan 5, 2007

Lucia Cavalli wrote:

Ho appena controllato sul DeMauro che conferma:

tenere (intr.)
6 FO attribuire grande importanza a qcs. o a qcn.: tengo molto a lei | tengo a precisare che io non c’entro, m’importa, mi preme precisarlo


Nel mio Zingarelli del 1971 trovo:

Annettere importanza: è uno che tiene alla forma, alle apparenze; ci tengo molto al successo di questa impresa | Tengo a, mi preme, m'importa di: tengo a dichiarare che...

Saluti
Sergio


 
Anna Lanave
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L'ironia... Jan 5, 2007

transparx wrote:
...pensavo che l'ironia del mio post fosse palese.
So bene qual è il significato di orrore, ma trovo strano che un errore possa causare orrore e/o indignazione. Non sei la sola a usare 'orrore' invece di 'errore'. Lo so, non è un errore...

Il thread iniziato da Giuseppina invita tutti i membri a elencare gli errori che 'non sopportano'. Beh, a me gli errori non danno fastidio, probabilmente perché mi sono formato -linguisticamente- in una scuola di grammatica descrittiva. Ciò che è veramente importante da un punto di vista linguistico non è tanto correggere gli errori, quanto cercare di capire perché chi li commette li commette (mi scuso per l'apparente ripetizione...dopo tutto, la mia dissertation trattava proprio la reduplicazione sintattica --anche se questa non lo è). Perché, per esempio, i parlanti usano [pò] invece di [po']? Devo dire che, prima di leggere il vecchio thread di Giuseppina, non mi ero neanche accorto di questo problema. Io ho sempre usato il secondo e continuerò a farlo, ma certo non mi dà fastidio incontrare il primo nelle mie letture, né tanto meno giudico chi lo usa --specialmente nei forum, dove l'atmosfera dovrebbe essere se non informale almeno rilassata. A Giuseppina dà fastidio...bene, se ne parli pure...
E perché tanta gente ormai usa [da] invece di [dà]? Pensate davvero che la funzione discriminativa evidenziata da Sabina (OK da un punto di vista prettamente prescrittivo) svolga un ruolo deontologicamente necessario in questo caso? Ma non avete mai sentito parlare di "complementary distribution" (non so quale sia il termine tecnico in italiano). Se tale funzione discriminativa fosse veramente così importante -e non, invece, una mera convezione, le parole omonime (sia omofone che omografe) avrebbero tutte bisogno di particolari accorgimenti atti a evitare che i parlanti e i lettori si confondano....Ma così non è. I parlanti e i lettori sono più intelligenti di quanto normalmente immaginiamo.

Per concludere, trovo che sia un'ottima idea incontrarsi in questo forum e parlare delle variazioni linguistiche...abbiamo tutti da imparare. Ma non sopporto il perbenismo, così vorrei aggiungere un nuovo ingrediente: un pizzico di grammatica descrittiva.


era ironica anche la mia risposta... ma forse non si è capito. Prendo quindi spunto da questo e dalla tua riflessione per fare un'ulteriore considerazione.

Dalla mancata reciproca comprensione dell'intento ironico deduco che l'interpretazione del lettore/ascoltatore può molto spesso non coincidere con l'intenzione dello scrittore/parlante. Quindi, benché in molti casi la libertà nella forma possa essere tollerata (e tolleriamola rilassàti ) ed io la tollero senz'altro, ritengo che l'aspetto formale di certe convenzioni linguistiche o grammaticali sia fondamentale. Altrimenti penso non ci sarebbe motivo di preservare le lingue del mondo (una vale un'altra e soprattutto la parlo e scrivo come mi pare). Altrimenti non esisterebbero i traduttori o gli interpreti in quanto professionisti di un settore specifico. Immaginiamo infatti un avvocato che confonda un decreto con un altro. Sarebbe inammissibile. L'avvocato deve "masticare" correttamente la sua materia. Perché allora il traduttore, non dovrebbe fare altrettanto?

Quindi tornando all'ironia, se accanto al tuo messaggio, avessi messo una faccina sorridente, oppure avessi aggiunto tre puntini, avrei compreso senza dubbio il tono scherzoso (...ora che ci penso anche io ho messo una faccina...).

Con questo non intendo dire che preferisco adattarmi ottusamente ad una convenzione, piuttosto che pormi delle domande in merito. Trovo infatti interessante scoprire il perché di una regola, da dove ha origine e le possibili varianti date dall'uso all'interno di una stessa lingua. E soprattutto, attraverso uno studio contrastivo, capire perché in un'altra lingua si usa diversamente. Questo però non cambia un dato: un uso diverso rispetto a quello stabilito dalla regola è un errore. Certamente un errore che può essere assimilato dalla lingua ed essere usato legittimamente, e diventare esso stesso una regola.
Ma se non ci fosse un minimo "controllo" sulla lingua non si rischierebbe di mandarla alla deriva?

Comprendo che il gioco iniziato da Giuseppina possa far pensare a purismo, snobismo intellettuale o, come dici, perbenismo. Ma... voglio dire, siamo su un forum di traduttori, di cosa dovremmo parlare di puericultura?

Un saluto
Anna


[Edited at 2007-01-05 22:50]


 
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incomprensione... Jan 6, 2007

Anna Lanave wrote:

era ironica anche la mia risposta... ma forse non si è capito. Prendo quindi spunto da questo e dalla tua riflessione per fare un'ulteriore considerazione.

Dalla mancata reciproca comprensione dell'intento ironico deduco che l'interpretazione del lettore/ascoltatore può molto spesso non coincidere con l'intenzione dello scrittore/parlante. Quindi, benché in molti casi la libertà nella forma possa essere tollerata (e tolleriamola rilassàti ) ed io la tollero senz'altro, ritengo che l'aspetto formale di certe convenzioni linguistiche o grammaticali sia fondamentale. Altrimenti penso non ci sarebbe motivo di preservare le lingue del mondo (una vale un'altra e soprattutto la parlo e scrivo come mi pare). Altrimenti non esisterebbero i traduttori o gli interpreti in quanto professionisti di un settore specifico. Immaginiamo infatti un avvocato che confonda un decreto con un altro. Sarebbe inammissibile. L'avvocato deve "masticare" correttamente la sua materia. Perché allora il traduttore, non dovrebbe fare altrettanto?

Quindi tornando all'ironia, se accanto al tuo messaggio, avessi messo una faccina sorridente, oppure avessi aggiunto tre puntini, avrei compreso senza dubbio il tono scherzoso (...ora che ci penso anche io ho messo una faccina...).

Con questo non intendo dire che preferisco adattarmi ottusamente ad una convenzione, piuttosto che pormi delle domande in merito. Trovo infatti interessante scoprire il perché di una regola, da dove ha origine e le possibili varianti date dall'uso all'interno di una stessa lingua. E soprattutto, attraverso uno studio contrastivo, capire perché in un'altra lingua si usa diversamente. Questo però non cambia un dato: un uso diverso rispetto a quello stabilito dalla regola è un errore. Certamente un errore che può essere assimilato dalla lingua ed essere usato legittimamente, e diventare esso stesso una regola.
Ma se non ci fosse un minimo "controllo" sulla lingua non si rischierebbe di mandarla alla deriva?

Comprendo che il gioco iniziato da Giuseppina possa far pensare a purismo, snobismo intellettuale o, come dici, perbenismo. Ma... voglio dire, siamo su un forum di traduttori, di cosa dovremmo parlare di puericultura?

Un saluto
Anna


[Edited at 2007-01-05 22:50]


Guarda, Anna, che il mio primo post non era diretto a te personalmente. Ho letto altri tuoi post e mi sono spesso trovato d'accordo con te, specie in materia di linguistica.

Anch'io ho semplicemente preso spunto da un paio di post in questo thread (ma avevo già notato l'uso di 'orrore' in altri) per dire la mia.

Vorrei inoltre precisare che, nonostante continui a parlare di grammatica descrittiva, io ho studiato e mi occupo di linguistica formale.* Non ho niente contro la forma. Al contrario! La mia è una posizione teorica --e politica.

Le faccine (sorridenti, annoiate, arrabbiate, tristi) non ho mai imparato a riprodurle, né, a dire il vero, ho intenzione di imparare a farlo. Di solito mi bastano e preferisco le parole...ma, visto che siamo in tema, non mi dà fastidio che altri le usino.

Ciao,
Nino

* "grammatica descrittiva" e "linguistica formale" non si escludono a vicenda, giusto per intendersi. È possibile, infatti, fare studi e ricerche di grammatica descrittiva in maniera formale.
...ma forse è ora di aprire un nuovo thread.

[Edited at 2007-01-06 04:53]

[Edited at 2007-01-06 06:24]


 
Anna Lanave
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Scambio di idee, nessuna polemica Jan 6, 2007

Ciao Nino,

so che non ce l'avevi con me e anche se ti posso essere sembrata contrariata, non lo ero. Partendo dalle tue considerazioni, ho approfittato per esprimere il mio punto di vista. Solo che ho la cattiva abitudine di farlo con forza e questo a volte può far pensare che sono arrabbiata. Tutto qua. (ora immagina un bel sorriso).

A parte il fuori tema, penso che questo tipo di confronto, che dalla linguistica passa all'ideologia, sia molto utile. Siamo appunto per
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Ciao Nino,

so che non ce l'avevi con me e anche se ti posso essere sembrata contrariata, non lo ero. Partendo dalle tue considerazioni, ho approfittato per esprimere il mio punto di vista. Solo che ho la cattiva abitudine di farlo con forza e questo a volte può far pensare che sono arrabbiata. Tutto qua. (ora immagina un bel sorriso).

A parte il fuori tema, penso che questo tipo di confronto, che dalla linguistica passa all'ideologia, sia molto utile. Siamo appunto persone e non macchine e, in fondo dietro alle nostre scelte formali ci sono anche delle posizioni ideologiche. Questo è molto bello. Mette in relazione la professionalità con la personalità.

Buona epifania.
Anna
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Claudia Luque Bedregal
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uso del congiuntivo Jan 6, 2007

Ciao a tutti!
Ho letto questo thread e realmente mi è sembrato molto interessante ed utile. Grazie Giuseppina per avere avuto questa bella idea.

Volevo approfittare per menzionare un errore che ho visto e sentito varie volte ed è l'uso del congiuntivo. Io quando ho imparato l'italiano mi ricordo che i maestri insistevano molto sull'uso del congiuntivo e avevano detto che purtroppo ogni volta era meno usato, soprattutto nella lingua parlata.
Quando sono stata in Italia
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Ciao a tutti!
Ho letto questo thread e realmente mi è sembrato molto interessante ed utile. Grazie Giuseppina per avere avuto questa bella idea.

Volevo approfittare per menzionare un errore che ho visto e sentito varie volte ed è l'uso del congiuntivo. Io quando ho imparato l'italiano mi ricordo che i maestri insistevano molto sull'uso del congiuntivo e avevano detto che purtroppo ogni volta era meno usato, soprattutto nella lingua parlata.
Quando sono stata in Italia e in Svizzera mi sono resa conto che alcune persone non l'usavano e anche ho trovato questa mancanza in testi di tipo informale che a volte ho anche dovuto tradurre (email, sms, lettere tra amici, ecc.) Ad esempio, ho visto/sentito dire «voglio che stai bene» invece di «voglio che tu stia bene» o «spero che hai riposato abbastanza» invece di «spero che tu abbia riposato abbastanza». Io sempre l'uso quando si deve secondo le regole di grammatica che ho imparato e qualche volta mi hanno guardato strano (forse perché proprio quelle persone non avevano l'abitudine di usarlo) o mi hanno fatto qualche commento tipo "ma come parli bene l'italiano" o "ma stamattina ti sei mangiato il vocabolario"

Quindi, siccome l'italiano non è la mia madrelingua ed io non abito in Italia né in Svizzera, volevo che qualcuno mi confermassi se infatti ora è più diffuso non usare il congiuntivo e se sapete il perché (magari c'è qualche regola nuova) o se semplicemente questi casi che ho trovato sono stati delle eccezioni

Io certamente continuo ad utilizzarlo quando scrivo e parlo. Non mi dà fastidio quando altri non l'usano, ma sí mi suona strano (anche se si capisce cosa vogliono dire) perché io sono abituata ad usarlo e molte volte vorrei correggerli E' come nello spagnolo che è la mia lingua materna, se qualcuno non l'usa nel modo corretto mi suona terribile ma se conosco la persona mi permetto di correggerla di buona maniera affinché non si offenda e l'usi nel modo giusto.

Bene, volevo condividere questa mia esperienza con tutti voi e aspetto i vostri commenti che sono sicura saranno interessanti e molto utili così come questo thread.

Saluti!
Claudia

[Edited at 2007-01-06 16:13]
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Mariella Bonelli
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Ciao Claudia Jan 6, 2007

In passato abbiamo già discusso in parte sull'uso del congiuntivo in un altro thread e te lo segnalo (a partire dalla 3^ pagina):

http://www.proz.com/topic/51662

Magari potrai trovare qualche informazione interessante.
Tra l'altro, avevamo già discusso anche di altri argomenti che sono stati ripresi qui (po'/pò, ecc.)



[Edited at 2007-01-06 17:06]


 
Claudia Luque Bedregal
Claudia Luque Bedregal  Identity Verified
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uso del congiuntivo Jan 6, 2007

Mariella Bonelli wrote:

Ciao Claudia

In passato abbiamo già discusso in parte sull'uso del congiuntivo in un altro thread e te lo segnalo (a partire dalla 3^ pagina):

http://www.proz.com/topic/51662

Magari potrai trovare qualche informazione interessante.
Tra l'altro, avevamo già discusso anche di altri argomenti che sono stati ripresi qui (po'/pò, ecc.)

[Edited at 2007-01-06 17:06]


Ciao Mariella,

Grazie del thread sull'uso del congiuntivo. Avevi ragione, l'ho trovato interessante per i commenti sul congiuntivo, ma anche per altri argomenti commentati da vari colleghi.
Grazie e buon fine settimana
Claudia


 
Luca Tutino
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Varia Jan 6, 2007

Gli errori che odio sono quelli dei revisori che si fanno belli con i clienti correggendo in modo illegittimo (caso estremo il consultente della Microsoft per il correttore grammaticale di Word). Ecco qualche esempio.

Le virgolette per me in italiano sono (ancora) libere, grazie al cielo. Sarei curioso di sapere chi ha provato (o sta provando) a rendere obbligatori i caporali (De Mauro: "s.f. TS tipogr., al pl., tipo di virgolette che ricordano nella forma il grado delle mostrine de
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Gli errori che odio sono quelli dei revisori che si fanno belli con i clienti correggendo in modo illegittimo (caso estremo il consultente della Microsoft per il correttore grammaticale di Word). Ecco qualche esempio.

Le virgolette per me in italiano sono (ancora) libere, grazie al cielo. Sarei curioso di sapere chi ha provato (o sta provando) a rendere obbligatori i caporali (De Mauro: "s.f. TS tipogr., al pl., tipo di virgolette che ricordano nella forma il grado delle mostrine dei caporali"). Tra l'altro ci sono casi in cui la possibilità di usare diversi tipi di virgolette nello stesso testo è molto utile.

Il "ci" rafforzativo e quello derivato dal dativo di vantaggio vengono spesso erroneamente considerati pleonastici.

Anche l'imposizione di grafie differenziali ("dà", "sì" e persino "sé" in certe locuzioni ovvie) in testi che non ne hanno bisogno mi irrita un po' - ma per le traduzioni tecniche mi sono rassegnato.

Approfitto per segnalare altre categorie di errori che mi pare non siano state ancora menzionate, come gli errori lessicali ("coniugare sostantivi", "declinare verbi").

[Edited at 2007-01-06 21:44]
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L'uso sbagliato dell'imperfetto... Jan 6, 2007

... a Roma, mi creava problemi non indifferenti di comprensione quando ho cominciato ad imparare italiano (beh, non proprio all'inizio, dopo forse un'anno! Comunque all'epoca non capivo bene la differenza fra l'imperfetto ed il passato prossimo). Il mio compagno una volta mi ha detto:
"sì, dovevo farlo".
io: "ma non l'hai fatto".
lui: "no, infatti".
io: "allora perché mi dici che dovevi farlo?"
ecc....

Una volta che me l'ha spiegato, sono riuscita de
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... a Roma, mi creava problemi non indifferenti di comprensione quando ho cominciato ad imparare italiano (beh, non proprio all'inizio, dopo forse un'anno! Comunque all'epoca non capivo bene la differenza fra l'imperfetto ed il passato prossimo). Il mio compagno una volta mi ha detto:
"sì, dovevo farlo".
io: "ma non l'hai fatto".
lui: "no, infatti".
io: "allora perché mi dici che dovevi farlo?"
ecc....

Una volta che me l'ha spiegato, sono riuscita decifrare anche altre frasi del tipo "se me lo dicevi, te lo facevo". Boh. Ma si fa cosi' ovunque, o solo a Roma / al Sud?



[Edited at 2007-01-06 22:23]
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Roberta Anderson
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bè fa la pecora... Jan 7, 2007

Francesca Grande wrote:

Risolto il mio personale dilemma su beh - be' (ho scoperto peraltro che bè è onomatopeico del belato della pecora),...


e infatti mio padre ad ogni beh o be' o bè che ci scappava da dire (non so quindi con che grafia), ci diceva sempre:

Bè fa la pecora e il lupo se la magna!

ciao,
Roberta


 
Mariella Bonelli
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Caso limite Jan 7, 2007

Marie-Helene Hayles wrote:

... a Roma, mi creava problemi non indifferenti di comprensione quando ho cominciato ad imparare italiano (beh, non proprio all'inizio, dopo forse un'anno! Comunque all'epoca non capivo bene la differenza fra l'imperfetto ed il passato prossimo). Il mio compagno una volta mi ha detto:
"sì, dovevo farlo".
io: "ma non l'hai fatto".
lui: "no, infatti".
io: "allora perché mi dici che dovevi farlo?"
ecc....

Una volta che me l'ha spiegato, sono riuscita decifrare anche altre frasi del tipo "se me lo dicevi, te lo facevo". Boh. Ma si fa cosi' ovunque, o solo a Roma / al Sud?



[Edited at 2007-01-06 22:23]


I casi che tu citi a mio parere sono scorretti. Questa forma verbale in casi limite può essere usata, ma il fatto deve essersi per lo meno verificato (nei tuoi esempi "non l'ha fatto" e "tu non gliel'hai detto", quindi la regola non si può applicare).

Vedi qua per qualche altra spiegazione:

http://www.mauriziopistone.it/testi/discussioni/gramm06_lucia.html

Il problema è che in alcune regioni si abusa forse dell'uso dell'imperfetto nella lingua parlata.


 
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Concordo Jan 7, 2007

Luca Tutino wrote:
Anche l'imposizione di grafie differenziali ("dà", "sì" e persino "sé" in certe locuzioni ovvie) in testi che non ne hanno bisogno mi irrita un po' - ma per le traduzioni tecniche mi sono rassegnato.

Approfitto per segnalare altre categorie di errori che mi pare non siano state ancora menzionate, come gli errori lessicali ("coniugare sostantivi", "declinare verbi")



Son perfettamente d'accordo con questa precisazione!


 
transparx
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scusa, sai... Jan 7, 2007

...se mi permetto di correggere questo grave errore.

Mariella Bonelli wrote:

*problema* ...* in alcune regioni* ...*si abusa*... ??


In alcune regioni si *usa* l'imperfetto.

Sarebbe come dire che l'uso di postposizioni invece di preposizioni in giapponese è un problema. Per chi? In che senso? E potremmo pensare a tantissimi altri esempi.


Con tutto il mio rispetto,
Nino


PS --mi scuso anche per i miei errori, che ho prontamente editato...scritto di fretta, prima ancora di aver preso il caffè...


[Edited at 2007-01-07 16:04]

[Edited at 2007-01-07 16:22]

[Edited at 2007-01-07 16:25]


 
Mariella Bonelli
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C'è una regola Jan 7, 2007

transparx wrote:

...se mi permetto di correggere questo grave errore.

Mariella Bonelli wrote:

*problema* ...* in alcune regioni* ...*si abusa*... ??


In alcune regioni si *usa* l'imperfetto.

Sarebbe come dire che l'uso di postposizioni invece di preposizioni in giapponese è un problema. Per chi? In che senso? E potremmo pensare a tantissimi altri esempi.


Stavo facendo un riferimento preciso agli esempi che ha scritto Marie-Helene, indicando la regola nel link che ho dato. Non era affatto un commento generico sull'uso dell'imperfetto. Mi pare inutile ricordare che esistono delle regole, per chi ovviamente ha voglia di rispettarle. E poi non è proprio di regole che stiamo parlando in questo thread?

[Edited at 2007-01-07 16:56]


 
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