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Perché fare i traduttori se non si è traduttori
Thread poster: Chiara Santoriello
Giovanni Milone
Giovanni Milone  Identity Verified
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Uno spunto propositivo Feb 4, 2021

I tecnici scrivono peggio, i "letterati" hanno minore dimestichezza con gli argomenti specialistici.

Perché non considerare tale fatto (vero, in termini generali) un punto di partenza per migliorare e collaborare tra colleghi (seri), e non un elemento di conflitto? Io non ho mai lavorato bene e imparato come quando l'ho fatto in tandem: linguista e tecnico.

Il lavoro di squadra paga, è rispettoso e valorizzante. Una collaborazione tra persone con diversi background e
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I tecnici scrivono peggio, i "letterati" hanno minore dimestichezza con gli argomenti specialistici.

Perché non considerare tale fatto (vero, in termini generali) un punto di partenza per migliorare e collaborare tra colleghi (seri), e non un elemento di conflitto? Io non ho mai lavorato bene e imparato come quando l'ho fatto in tandem: linguista e tecnico.

Il lavoro di squadra paga, è rispettoso e valorizzante. Una collaborazione tra persone con diversi background e competenze potrebbe essere un ottimo modo di esercitare la professione, in futuro. Pensate ai vantaggi in termini di reputazione, forza contrattuale, sicurezza psicologica...

Personalmente, proverò senz'altro a muovermi in questa direzione.
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P.L.F. Persio
Maria Giovanna Polito
Claudio Porcellana (X)
 
Daniel Frisano
Daniel Frisano  Identity Verified
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Quanti dei partecipanti a questo thread possono dirsi traduttori a buon diritto? Feb 4, 2021

Per tradurre bene bisogna:

1) Saper deverbalizzare. Per capirci, portare il contenuto del testo di partenza a farsi un giro in quella dimensione astratta dove i concetti esistono allo stato puro, senza bisogno di lingue, per poi riportarli alla lingua target belli purificati.
2) Amare la lingua, difendere e promuovere la sua ricchezza, aspirare a creare un piccolo capolavoro d'arte (o più modestamente, artigianato) ogni volta che si scrive.
3) Sapere di cosa si sta par
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Per tradurre bene bisogna:

1) Saper deverbalizzare. Per capirci, portare il contenuto del testo di partenza a farsi un giro in quella dimensione astratta dove i concetti esistono allo stato puro, senza bisogno di lingue, per poi riportarli alla lingua target belli purificati.
2) Amare la lingua, difendere e promuovere la sua ricchezza, aspirare a creare un piccolo capolavoro d'arte (o più modestamente, artigianato) ogni volta che si scrive.
3) Sapere di cosa si sta parlando: siamo tutti in grado di tradurre contratti, brevetti, referti medici, manuali, sentenze, articoli scientifici, software, bilanci aziendali?
4) Essere onesti con se stessi e con i clienti, saper dare fiducia, essere disponibili per compiti che vanno al di là delle semplici tariffe (per i clienti che lo meritano, ovvio).

Naturalmente questo elenco non è esaustivo; detto in altro modo, queste condizioni sono necessarie e non sufficienti.

Ora io mi chiedo: quanti di noi sono in possesso di queste qualità? Quanti dei partecipanti a questo thread hanno anche solo accennato a questi aspetti? Qualcuno sì, ma non molti, mi pare.

Quanti di quelli che si sentono in diritto di giudicare le competenze altrui sono davvero qualificati in questo mestiere (e non certo da pezzi di carta o eventuali appartenenze ad albi)?
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Chiara Santoriello
Chiara Santoriello  Identity Verified
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Come fai a dirlo? Feb 4, 2021

Hai studiato o insegni traduzione per dirlo?
Ma pensi che a chi ha studiato traduzione i professori abbiamo detto di portarsi un testo a fare un giro?
Pensi davvero che chi traduce non sappia di che cosa si sta parlando?
In ogni caso bisogna sapere scrivere correttamente nella lingua verso la quale si traduce possibilmente senza errori di ortografia e se non si chiede troppo concordando correttamente il verbo con il soggetto senza troppi giretti e voli pindarici.


Daniel Frisano wrote:

Per tradurre bene bisogna:

1) Saper deverbalizzare. Per capirci, portare il contenuto del testo di partenza a farsi un giro in quella dimensione astratta dove i concetti esistono allo stato puro, senza bisogno di lingue, per poi riportarli alla lingua target belli purificati.
2) Amare la lingua, difendere e promuovere la sua ricchezza, aspirare a creare un piccolo capolavoro d'arte (o più modestamente, artigianato) ogni volta che si scrive.
3) Sapere di cosa si sta parlando: siamo tutti in grado di tradurre contratti, brevetti, referti medici, manuali, sentenze, articoli scientifici, software, bilanci aziendali?
4) Essere onesti con se stessi e con i clienti, saper dare fiducia, essere disponibili per compiti che vanno al di là delle semplici tariffe (per i clienti che lo meritano, ovvio).

Naturalmente questo elenco non è esaustivo; detto in altro modo, queste condizioni sono necessarie e non sufficienti.

Ora io mi chiedo: quanti di noi sono in possesso di queste qualità? Quanti dei partecipanti a questo thread hanno anche solo accennato a questi aspetti? Qualcuno sì, ma non molti, mi pare.

Quanti di quelli che si sentono in diritto di giudicare le competenze altrui sono davvero qualificati in questo mestiere (e non certo da pezzi di carta o eventuali appartenenze ad albi)?


[Modificato alle 2021-02-04 21:07 GMT]

[Modificato alle 2021-02-04 21:22 GMT]


Angie Garbarino
 
Giovanni Milone
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Comunque Feb 4, 2021

...con questa storia degli errori di ortografia, i congiuntivi sbagliati, le "tecniche di ricerca terminologica" che richiedono una laurea, si potrebbe anche smettere.

(E anche sulle famigerate "tecniche di traduzione" ci sarebbe da dire, ma transeat.)

[Edited at 2021-02-05 01:18 GMT]


Marina Taffetani
 
Angie Garbarino
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Sì adesso è davvero il caso Feb 5, 2021

Giovanni Milone wrote:

...con questa storia degli errori di ortografia, i congiuntivi sbagliati, le "tecniche di ricerca terminologica" che richiedono una laurea, si potrebbe anche smettere.

(E anche sulle famigerate "tecniche di traduzione" ci sarebbe da dire, ma transeat.)

[Edited at 2021-02-05 01:18 GMT]


Il fatto è che purtroppo adesso il thread non solo è stato frainteso ma viene addirittura usato per auto promuoversi.
L'abbiamo capito o no che da qualunque parte si provenga prima o poi le tecniche di traduzione vanno studiate?

Parecchi continuano a rispondere senza aver letto o capito il primo post.


Chiara Santoriello
Elena Simonelli
 
Angie Garbarino
Angie Garbarino  Identity Verified
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Provo Feb 5, 2021

Chiara Santoriello wrote:

Argomento trito e ritrito, lo so, ma vedo tanta gente nuova che non ha una formazione specifica per svolgere questa attività.


Ecco questo non vuol dire che solo i laureati in traduzione o lingue possono fare i traduttori, ma vuol dire NON IMPROVVISARSI. Il termine "Gente nuova" sopra, è stato letto? Sembra di no.

Frisano, Porcellana, siete forse nuovi? Io vi conosco da oltre 10 anni su queste pagine. E allora come mai vi siete sentiti presi in causa? Forse non avete letto bene?


 
Giovanni Guarnieri MITI, MIL
Giovanni Guarnieri MITI, MIL  Identity Verified
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Incapacità di leggere e comprendere... Feb 5, 2021

...ne ho vista tanta in diversi interventi. Buon lavoro a tutti, traduttori e non traduttori!

Chiara Santoriello
Angie Garbarino
P.L.F. Persio
Gabriele Metzler
 
Chiara Santoriello
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Ribadisco il concetto... Feb 5, 2021

Allora a che cosa servono le scuole di traduzione?

Giovanni Milone wrote:

...con questa storia degli errori di ortografia, i congiuntivi sbagliati, le "tecniche di ricerca terminologica" che richiedono una laurea, si potrebbe anche smettere.

(E anche sulle famigerate "tecniche di traduzione" ci sarebbe da dire, ma transeat.)

[Edited at 2021-02-05 01:18 GMT]


 
Giovanni Milone
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A cosa servono Feb 5, 2021

Chiara Santoriello wrote:

Allora a che cosa servono le scuole di traduzione?



Abbi pazienza, Chiara: se servono a non sbagliare ortografia e congiuntivi e a fare buone ricerche terminologiche, effettivamente sembrano abbastanza superflue.

Ma immagino si insegni ben altro. Perché non fai altri esempi?


Gaetano Silvestri Campagnano
 
Angie Garbarino
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Il registro tanto per cominciare Feb 5, 2021

Giovanni Milone wrote:
Perché non fai altri esempi?


Ti rispondo io se posso:

Il registro, ribadendo che sono convinta che chiunque possa imparare a tradurre bene, ti faccio l'esempio per me FONDAMENTALE, del registro, e qui parlo degli improvvisati che non sono medici o avvocati con esperienza ventennale nella traduzione del loro campo.

Ad esempio campo legale:

Frase inglese richiesta poco tempo fa nei kudoz:

"Causation is further or alternatively denied"
Risposta da una persona che a mio avviso non conosce il registro: "Il nesso di casualità è da stabilirsi o, nel caso sia dimostrato, negato".
Per me registro non consono e anche un termine sbagliato, sempre per me il registro corretto è: "il nesso di causalità/nesso causale viene ulteriormente o in subordine respinto"

Noti qualcosa? Noti casuale confuso con causale? Noti nella prima risposta un registro improvvisato? Non consono?

Questo è un esempio.

Poi chi sa come si traduce, è in grado di saltare se del caso al registro letterario, eccoti un altro esempio sempre dall'inglese

"Mom decided me to go to school even if I was sleeping", qui registro informale
"La mamma decise che dovevo andare a scuola anche se stavo dormendo" qui qualcuno potrebbe proporre "La mamma decise che dovessi andare a scuola sebbene stessi dormendo" e invece no, il registro "colto" qui non è adatto.
Ecco questo è quello che hanno insegnato a me. Il registro informale me lo hanno insegnato al Liceo Linguistico, quello legale in seguito quando scelsi di specializzarmi perché mi piaceva la materia.

Se vuoi altri esempi fammi sapere.

P.S. Per cortesia, prima di inalberarvi leggete tutto


Chiara Santoriello
 
Chiara Santoriello
Chiara Santoriello  Identity Verified
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Non ho parole... Feb 5, 2021

La laurea in traduzione insegna un metodo di traduzione, insegna la lingua, così come le facoltà di lingue e letterature straniere dove le traduzioni sono all'ordine del giorno. L'esame di inglese all'Università consisteva, oltre allo studio della letteratura rigorosamente in lingua inglese, anche alla preparazione di un cospicuo numero di articoli di giornali e riviste di cui bisognava conoscere traduzione, terminologia e contenuto.
A questo aggiungo materie quali filologia e linguist
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La laurea in traduzione insegna un metodo di traduzione, insegna la lingua, così come le facoltà di lingue e letterature straniere dove le traduzioni sono all'ordine del giorno. L'esame di inglese all'Università consisteva, oltre allo studio della letteratura rigorosamente in lingua inglese, anche alla preparazione di un cospicuo numero di articoli di giornali e riviste di cui bisognava conoscere traduzione, terminologia e contenuto.
A questo aggiungo materie quali filologia e linguistica che oggi è molto utile di attualità per l'IA, l'alimentazione delle MT e così via.

Cercare un termine in un dizionario cartaceo oppure on-line e saperlo contestualizzare in un determinato modo non è poi così semplice.
Un esempio: quando studiavo all'università davo ripetizioni di francese a una ragazza delle superiori.
Le ho chiesto: sai come si dice voto in francese? Intendo il voto che si prende a scuola. Risposta: No. Prova a cercare sul dizionario. Apre il dizionario e sceglie la prima voce che vede: "vœu" chiaramente non è la risposta esatta, in questo caso, il termine giusto era "note".

Siccome esistono in Italia e nel mondo fior di corsi di laurea in lingue e letterature straniere, traduzione e interpretariato, pensi che vadano tutti chiusi?

Ortografia e grammatica si dovrebbero imparare alle scuole elementari ma garantisco che c'è ancora molta superficialità anche tra chi è più colto. Un revisore ha corretto e scambiato "salvaguarda" verbo con il sostantivo "salvaguardia".

Comunque a Milano si dice: "ofelè fa el to mesté" che tradotto significa: "pasticciere fai il tuo mestiere".

Giovanni Milone wrote:

Chiara Santoriello wrote:

Allora a che cosa servono le scuole di traduzione?



Abbi pazienza, Chiara: se servono a non sbagliare ortografia e congiuntivi e a fare buone ricerche terminologiche, effettivamente sembrano abbastanza superflue.

Ma immagino si insegni ben altro. Perché non fai altri esempi?
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Angie Garbarino
 
Giovanni Milone
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Polemos Feb 5, 2021

Polemos è nell'aria, ma io non mi inalbero

Essendo parte in causa, mi sento un po' in imbarazzo. Ma ormai ho lanciato il sasso, quindi proseguo.

Angie, da quattro pagine scrivi che altri stanno fraintendendo. Ma rileggi gli interventi di Chiara: il suo argomento* non è "servono competenze per tradurre", come tu sostieni, bensì "non si può fare a meno di un titolo in lingue o traduzione".

A
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Polemos è nell'aria, ma io non mi inalbero

Essendo parte in causa, mi sento un po' in imbarazzo. Ma ormai ho lanciato il sasso, quindi proseguo.

Angie, da quattro pagine scrivi che altri stanno fraintendendo. Ma rileggi gli interventi di Chiara: il suo argomento* non è "servono competenze per tradurre", come tu sostieni, bensì "non si può fare a meno di un titolo in lingue o traduzione".

Alla mia ultima domanda, rispondi che nelle scuole di traduzione, che non hai frequentato, si insegna ad utilizzare con profitto diversi registri, competenza da te acquisita al liceo e nella pratica professionale.

Sono d'accordo con te nel tuo non essere d'accordo con Chiara.
Si al riconoscimento delle competenze, no alla sua burocratizzazione (trend contemporaneo un po' inquietante).

Chiara (bontà sua) conferma che ortografia e grammatica si possono imparare alle elementari. Spero che questo varrà in futuro a trattenere frecciatine generalizzate un po' antipatiche.

Chiede Chiara: dobbiamo chiudere le facoltà di lingue e traduzione? Rispondo: no.

Chiedo io a lei, per capire meglio quello che pensa: un traduttore privo di formazione, ma concretamente in grado di soddisfare clienti anche esigenti, dovrebbe cambiare mestiere? In alternativa, dovrebbe sentirsi, prescindendo dai risultati che consegue, un impostore o un professionista di serie B?



* Uno dei due, essendo l'altro, senza nemmeno dover leggere tra le righe, "pasticciere, lascia stare il mio orticello". A questo ho provato a suggerire una risposta nel mio primo intervento.
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Mario Cerutti
 
Angie Garbarino
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Scuole di traduzione che non ho frequentato? Feb 5, 2021

Giovanni Milone wrote:


Alla mia ultima domanda, rispondi che nelle scuole di traduzione, che non hai frequentato, si insegna ad utilizzare con profitto diversi registri, competenza da te acquisita al liceo e nella pratica professionale.


Stai scherzando?

Scuole di traduzione che non ho frequentato? Ma allora davvero rispondete a casaccio, ho scritto che provengo da Lingue e Letterature Straniere ESATTAMENTE COME CHIARA. E l'ho scritto 2 volte. Però ho aggiunto che a tradurre ho imparato FIN DAL LICEO LINGUISTICO.

Io mi domando che cosa leggete? Ma sul serio.

Giuro che a meno di stranezze su di me tipo questa, non parteciperò più a questo thread a cui rispondete come vi pare.

Incredibile come la gente si metta in testa cose che non sa.

PS. No non si può fare a meno di studiare traduzione. Prima o dopo ma è FONDAMENTALE. PUNTO.

[Edited at 2021-02-05 17:30 GMT]


Chiara Santoriello
 
Valentina Pecchiar
Valentina Pecchiar  Identity Verified
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Dejavu nell'orticello <3 Feb 5, 2021

Oh! L'orticello! Lo ricordo ancora - era stato protagonista di una - similmente infuocata e inconcludente - discussione almeno 15 anni fa. L'oggetto del contendere era allora, se ricordo bene, l'Albo dei traduttori. Che ha fatto capolino anche in questo thread. Per dire.

Giravo spesso per queste contrade a quei tempi (anche come Muja, se qualcuno ricorda), poi mi sono disaffezionata e ho continuato a lurkare - termine che tradisce la datazione dei miei esordi in rete...
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Oh! L'orticello! Lo ricordo ancora - era stato protagonista di una - similmente infuocata e inconcludente - discussione almeno 15 anni fa. L'oggetto del contendere era allora, se ricordo bene, l'Albo dei traduttori. Che ha fatto capolino anche in questo thread. Per dire.

Giravo spesso per queste contrade a quei tempi (anche come Muja, se qualcuno ricorda), poi mi sono disaffezionata e ho continuato a lurkare - termine che tradisce la datazione dei miei esordi in rete - un po' sì un po' no. Ho molto piacere di rivedere qui stimatissimi colleghi che partecipavano alle discussioni all'epoca e che rimangono stimatissimi, interessanti e stimolanti nelle loro opinioni. E vedo anche tante facce (faccine, avatar, username) nuovi, a loro volta interessanti.

Non ho nulla da aggiungere se non un aneddoto, che con ogni probabilità ho già raccontato in quei gloriosi tempi (Trados 3.0 era il CAT tool in voga, timidamente sfidato dal novello Wordfast). La mia ex caporedattrice mi chiede la disponibilità a tradurre un libro per una prestigiosa casa editrice italiana con cui lei collabora (come traduttore): accetto e lei si prende la briga di fare il mio nome alla direttrice di collana. La quale, secondo quanto mi è stato riferito, avrebbe risposto: "Ma è di Trieste? Non sarà mica un'altra laureata della Scuola Interpreti?" Dopo essere stata rassicurata che no, la Pecchiar arrivava da altro curriculum universitario, ho avuto la prova di traduzione, il contratto, l'incarico ecc ecc e per qualche anno ho lavorato per la prestigiosa casa editrice. Per dire.

A margine, neanche la mia caporedattrice era laureata in traduzione, aveva solo un PhD in qualche tipo di biologia degli Stati Uniti e un master in giornalismo scientifico italiano. Io provenivo (provengo) da Scienze Internazionali e Diplomatiche e ho iniziato come redattore e poi traduttore durante gli anni di ricerca e insegnamento all'università. A breve festeggerò (?) i 25 anni di traduzione/redazione e devo ancora iniziare gli studi di traduzione. Per dire.

#polemosfree post Un caro saluto ai colleghi che dovessero ricordarsi di me, dagli scambi qui e da voi ho imparato tanto e vi sono sempre e ancora grata. Anzi, vi "promuovo" a mia Scuola di Traduzione.


Aggiungo una riflessione appena letta (il caso non esiste):
"Ignorante" non significa "privo di conoscenze o capacità di comprendere", bensì "privo dello scopo o del significato di tali conoscenze".
~ Lalaji

[Edited at 2021-02-05 18:44 GMT]
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Chéli Rioboo
Gaetano Silvestri Campagnano
Mario Cerutti
Ilaria Venturi
 
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Polemos Feb 5, 2021

...esci da questo corpo!

Angie Garbarino wrote:

Stai scherzando?

Scuole di traduzione che non ho frequentato? Ma allora davvero rispondete a casaccio, ho scritto che provengo da Lingue e Letterature Straniere ESATTAMENTE COME CHIARA. E l'ho scritto 2 volte. Però ho aggiunto che a tradurre ho imparato FIN DAL LICEO LINGUISTICO.

...

Incredibile come la gente si metta in testa cose che non sa.


Lingue e letterature straniere e Traduzione sono indirizzi di studio ben diversi.
Non ho applicato tecniche avanzate di ricerca e contestualizzazione, ma ne sono abbastanza sicuro.

Del resto, l'utilizzo di diversi registri (unico esempio da te portato), soprattutto quelli utili per tradurre contratti, bollettini di Borsa o videogiochi, non fa in genere parte dei piani di studio di Lingue, come le Tecniche di Traduzione*.

Dando per scontato che le tue considerazioni si basino su argomenti fondati, e non siano solo uno sfogo indiscriminato e irrispettoso del lavoro altrui, aspetto una tua risposta nel merito (e quella di Chiara, che non se la cava con un Mi piace).



* A giudicare almeno dai cinque che ho consultato prima di scrivere questo post



[Edited at 2021-02-05 19:24 GMT]


Gaetano Silvestri Campagnano
Mario Cerutti
 
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Perché fare i traduttori se non si è traduttori






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