Competition in this pair is now closed. Discussion and feedback about the competition in this language pair may now be provided by visiting the "Discussion & feedback" page for this pair. Entries may also be individually discussed by clicking the "Discuss" link next to any listed entry. Source text in Russian ... Издали, в лесном коридоре, оно показалось веселое и нарядное, сияющее необыкновенно чистой и ровной желтизной. Я подошел поближе: это было заброшенное поле, давно не паханное и не сеянное, и теперь густо заросшее какими-то невысокими растениями-кустиками. От них вдруг дохнуло приятным горьковато-цветочным ароматом. «Да это сурепка, — вспомнил я когда-то читанный ботанический атлас, — что-то вроде сорняка...».
Свежий ветер пробежал над живым ковром, все поле заиграло и запереливалось золотистыми волнами, которые докатывались до затененной солнцем стены леса, образуя удивительный контраст темно-зеленого и ярко-желтого. «Будто драгоценная чаша в малахитовой оправе» — мелькнуло сравнение.
Высоко в знойном июньском небе парил коршун. Жара предвещала грозу. Над западной частью горизонта уже темнела громадная туча, набухая дождем. И только в зените неровные, быстро смещающиеся края облаков ослепительно сверкали расплавленным серебром, источая нестерпимый свет. Ветер усиливался, все соцветия сурепки быстро раскачивались, будто исполняя какой-то экзотический танец.
Звенело, страстно и не переставая, множество невидимых глазу жаворонков. Будто перед грозой пели и цветы, и лес, и это далекое от человеческих селений поле. Но вот теплые серые комочки упали откуда-то с неба и зависли над кустиками золотистой сурепки. Некоторые жаворонки вились над самым полем, перепархивая от цветка к цветку и наполняя окраину неумолчным пилением. Другие, часто трепеща крылышками, поднимались вертикально и зависали метрах в четырех-пяти над землей и также громко славили жизнь.
Предгрозовые облака громоздились по всему небу, кое-где иссиня-розоватые, будто раскаленные изнутри, и я увидел, что над лесом осталось лишь небольшое голубоватое окно, из которого прямым широким водопадом прорывались к земле лучи, заливая теплым мягким светом все летнее благоухающее цветение. А в напряженном, наполненном электричеством воздухе беззвучно бушевала метель из летящего вокруг осинового пуха. Но вот где-то оглушительно ударил гром, и первые крупные капли дождя шумно хлестанули по золоту цветов сурепки. В тот миг, когда пришел ливень, вдруг показалось, что вся живая природа свободно и облегченно вздохнула, что все деревья, растения, птицы и звери обрадовались сверкающему, всполошному, сотканному из толстых водяных струй, дождю.
До нитки промокший, один среди затуманенного и вдруг притихшего, словно бы придавленного стихией поля, я также молча наслаждался упоительным счастьем человека, которому один, от силы два раза в году дано увидеть и ощутить прекрасное смятение в природе. | Winning entries could not be determined in this language pair.There were 7 entries submitted in this pair during the submission phase. Not enough votes were submitted by peers for a winning entry to be determined.
Competition in this pair is now closed. | … Da lontano nel corridoio boschivo è apparso qualcosa di allegro ed elegante, raggiante di incredibile purezza e giallezza uniforme. Mi sono avvicinato di più, era il campo abbandonato, da tempo non arato e non seminato, ed ora coperto completamente dalle basse piante cespugliose. In un attimo esse hanno fiatato un piacevole aroma amaro dei fiori. “Si, è Barbarea, mi sono ricordato di un atlante botanico letto una volta, è una specie di malerba … ” Il vento fresco fuggì sopra al tappeto vivo, tutto il campo brillò e scintillò con le onde dorate, le quali arrivavano sino al muro degli alberi del bosco messo nell’ombra dal sole, creando un contrasto incredibile tra verde scuro e giallo intenso. “Come una coppa preziosa incastonata nella malachite” –mi è venuto un paragone. Nell’altitudine del cielo torrido di giugno planava un falco. Il caldo presagiva il temporale. Una nube gigantesca già tuonava all’occidente dell’orizzonte, gonfiandosi di pioggia. E solo le nuvole nello zenit con i loro lembi ineguali e in rapido movimento brillavano di argento fuso, emanando una luce insopportabile. Il vento diventava sempre più forte, tutta l’infiorescenza della barbarea ondeggiava, come se esibisse un ballo esotico. Tante invisibili allodole tintinnavano in modo strano e costante. Come se, prima del temporale, cantassero i fiori, il bosco, e questo campo, cosi lontano dalle abitazioni umane. E allora le zollette calde e grigie sono cadute non si sa da quale parte del cielo e si sono sospese nell’aria sopra i cespuglietti della Barbarea dorata. Alcune allodole mulinavano sopra lo stesso campo, spostandosi da un fiore ad altro, riempiendo il limbo di un grattare (rumore) continuo. Altre, sbattendo spesso le ali, salivano verticalmente e si sospendevano nell’aria a quattro cinque metri di altezza sopra la terra e altrettanto forte decantavano la vita. Le nuvole temporalesche si ammucchiavano su tutto il cielo, da qualche parte blu rosa, come se fossero riscaldate dall’interno, e ho visto che sopra il bosco era rimasta solamente la piccola apertura azzurrastra, dalla quale a cascata dritta e larga scendevano i raggi verso la terra, coprendo tutta la profumata fioritura estiva con la luce calda e tenera. E nell’aria tesa e carica di elettricità atmosferica infuriava silenziosamente la tempesta del piumino di tremolo. Ma allora è scoppiato il tuono e le prime grosse gocce della pioggia hanno sbattuto con rumore sull’aro dei fiori della barbarea. In quel’attimo, quando è scoppiato acquazzone, di colpo era sembrato che tutta la natura avesse fatto un respiro con sollievo, che tutti gli alberi, piante, uccelli e animali si fossero rallegrati con la pioggia cosi scintillante, allarmante, tessuta delle grosse fili d’acqua. Bagnato come un pulcino, solo in mezzo al nebbioso e all’improvviso calmato e come il campo si fosse schiacciato con le forze della natura , io pure in silenzio mi godevo una deliziosa felicità dell’uomo, il quale da solo tutt’al più due volte all’anno può vedere e sentire un meraviglioso turbamento della natura. | Entry #17926 — Discuss 0 — Variant: Standard-Italyitalita
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esibisse | Grammar errors Sarebbe stata corretta la forma riflessiva | Silvia Meneghin No agrees/disagrees | |
| In lontananza, sotto la volta degli alberi, lo intravidi, allegro e luminoso, splendente di un giallo insolitamente nitido e definito. Mi avvicinai: era un campo abbandonato, da lungo tempo non arato né seminato, ormai invaso da bassi cespugli. All'improvviso ne giunse un piacevole profumo amarognolo di fiori. "Dev'essere la barbarea", pensai, ricordandomi di un atlante botanico letto chissà quando, "una specie infestante...". Un vento fresco sferzò quel tappeto vivace, l'intero campo prese a brillare e mutare colore in onde dorate, che si infrangevano contro il limitare ombroso del bosco creando uno stupefacente contrasto tra oro scuro e oro chiaro. "Sembra un calice prezioso intarsiato di malachite", mi balenò un contrasto. In alto, nell'ardente cielo di giugno, si librava un nibbio. La calura preannunciava un temporale. A occidente, all'orizzonte era già visibile un'enorme nube scura, gonfia di pioggia. Proprio allo zenit, nuvole imprecise dai confini mutevoli brillavano di un accecante argento vivo, che emanava una luce intollerabile. Il vento si faceva più forte, tutte le infiorescenze delle barbaree si agitavano freneticamente, come in preda a un'indefinita danza esotica. Risuonavano, dolci e continui, i cinguettii di una moltitudine invisibile di allodole. Sembrava quasi che prima del temporale cantassero gli uccelli, il bosco, quel campo lontano dai villaggi. Improvvisamente tiepidi batuffoli grigi iniziarono a cadere dal cielo e rimasero impigliati sugli steli delle barbaree dorate. Alcune allodole sorvolavano il campo, volando di fiore in fiore, spargendo nei dintorni un incessante pulviscolo. Altre, frullando le piccole ali, si levavano in verticale e s'innalzavano in volo per qualche metro sopra la terra, per celebrare al massimo la vita. Le nubi temporalesche si ammassavano in tutto il cielo, screziate di un rosa bluastro, come incandescenti all'interno, e vidi che sopra il bosco era rimasta una sola finestra celeste, dalla quale una vasta, uniforme cascata rovesciava sulla terra i suoi raggi, sommergendo di una tiepida e fioca luce le fragranti fioriture estive. Nell'aria tesa, carica di elettricità, infuriava la tempesta silenziosa dei piumini di pioppo. All'improvviso irruppe assordante il tuono, e le prime grosse gocce di pioggia si scontrarono con i fiori dorati delle barbaree. Nello stesso istante in cui arrivò l'acquazzone, d'un tratto sembrò che tutta la natura viva tornasse a respirare, libera e alleggerita, che tutta l'erba, i cespugli, gli uccelli e gli animali gioissero della lucente, ininterrotta pioggia che scendeva in grossi zampilli d'acqua. Bagnato fino all'osso, solo nella fosca, improvvisamente silenziosa forza della natura appena esauritasi, anch'io assaporavo in silenzio la deliziosa felicità dell'uomo, che una, forse due volte l'anno riceve il dono di vedere e sentire il magnifico turbamento della natura. | Entry #18658 — Discuss 0 — Variant: Not specifiednone
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| … Da lontano, in un passaggio boscoso, appariva vivace e sgargiante; brillava di una straordinaria purezza e di un color giallo deciso. Mi avvicinai: era un campo abbandonato, da tempo incolto, e ora tutto ricoperto di piante e arbusti. Da questi mi giunse ad un tratto un soave aroma amarognolo. “Ma questo è tarassaco” - una volta avevo letto un manuale di botanica - “assomiglia all’erba infestante..”. Un venticello fresco attraversava quel tappeto vivente, il campo prese a scintillare tutto di onde dorate cangianti, che rotolavano fino al limitare del bosco in ombra, e creavano un contrasto stupefacente di verde scuro e giallo brillante. “Come un vaso prezioso incastonato nella malachite”, mi balenò subito il paragone. Su nel cielo arroventato di giugno, si addensarono delle nubi. L’afa lasciava presagire l’arrivo di un temporale. All’orizzonte, guardando a ovest, nereggiava già una nube enorme, carica di pioggia. Solo in cima i contorni irregolari delle nuvole, che si muovevano rapidamente, mandavano lampi accecanti di argento fuso, sprigionando una luce irresistibile. Il vento si rafforzava, i soffioni cominciarono a ondeggiare velocemente, come a voler adempiere una danza lontana. Risuonava, forte e incessante, il canto di una moltitudine di allodole nascoste alla vista. Come se il bosco, questo campo abbandonato e i fiori cantassero prima del temporale. Ed ecco che da qualche parte su dal cielo cominciarono a cadere dei dolci fiocchetti grigi, per poi librarsi sopra il tarassaco dorato. Alcune allodole presero a volteggiare sul campo, svolazzando di fiore in fiore, cinguettando senza tregua. Altre, battendo le ali a più non posso, si proiettavano in alto e librandosi a quattro cinque metri da terra, ugualmente e con strepito, glorificavano la vita. Cominciarono ad ammassarsi per tutto il cielo nuvole temporalesche, in alcuni punti di color blu rossastro, come se dentro fossero incandescenti, e vidi che sopra il bosco era rimasta aperta solo una piccola finestrella azzurra, dalla quale i raggi irrompevano sulla terra in ampie cascate perpendicolari, riempiendo di una luce morbida e calda tutta l’odorosa fioritura estiva. Intanto nell’aria, tesa e piena di elettricità, dalle piume svolazzanti dei pioppi infuriava silenziosa la bufera. Ed ecco che in lontananza rumoreggiò assordante il tuono e le prime pesanti gocce di pioggia caddero sferzando i fiori dorati del tarassaco. In quel momento, quando arrivò l’acquazzone, sembrò all’improvviso che tutta la natura tirasse un sospiro di sollievo, che gli alberi, le piante, gli uccelli e le bestie si rallegrassero della pioggia inaspettata, lucente, come una trama formata da spessi fili d’acqua. Bagnato come un pulcino, solo in mezzo alle forze della natura, inebetito e annichilito, quasi schiacciato, io pure, in silenzio, mi godevo la gioia straordinaria di un uomo, a cui, massimo due volte all’anno, è dato di vedere e sperimentare il meraviglioso scompiglio della natura. | Entry #18992 — Discuss 0 — Variant: Not specifiednone
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| .. In lontananza, nel sentiero nel bosco, sembrava allegro e elegante, splendente di un giallore insolitamente pulito e uniforme. Mi avvicinai: era un campo abbandonato, da molto non arato né seminato, e ormai era stato fittamente ricoperto da piante e cespugli bassi. All’improvviso da essi scaturì un piacevole profumo amarognolo-floreale. “Questa è erba di Santa Barbara - mi ricordai di un manuale di botanica letto chissà quando - una specie di erbaccia...”. Un vento fresco corse sul tappeto vivo, tutto il campo iniziò come a suonare e a essere travasato da onde dorate, che si svolgevano fino alla parete del bosco adombrata dal sole, formando un incredibile contrasto di verde scuro e giallo chiaro. “Come una tazza preziosa incastonata di malachite” - mi balenò il paragone. In alto nel torrido cielo di giugno aleggiava un nibbio. Il caldo preannunciava un temporale. Sopra la parte occidentale dell’orizzonte già si scuriva una enorme nube, morbida di pioggia. E solo allo zenit i confini irregolari delle nuvole, spostandosi velocemente, scintillavano di argento fuso, trasudando una luce intollerabile. Il vento si faceva più forte, tutte le infiorescenze di erba di Santa Barbara dondolavano rapidamente, quasi come eseguendo un ballo esotico. Fischiava, appassionatamente e senza sosta, una moltitudine di allodole, nascoste agli occhi. Sembrava quasi che prima del temporale cantassero anche i fiori, e il bosco, e quel campo lontano dai centri abitati. Ma ecco che delle grige, calde sfere caddero da qualche parte del cielo, e rimasero attaccate sui cespugli della dorata erba di Santa Barbara. Alcune allodole serpeggiavano proprio sul campo, svolazzando di fiore in fiore e riempiendo la periferia di un continuo stridio. Altre, fremendo spesso con le alette, si sollevavano verticalmente e si bloccavano a quattro-cinque metri dal suolo, e anche così inneggiavano chiassosamente alla vita. Le nubi temporalesche si ammassavano per tutto il cielo, in qualche punto rosa-bluastre, quasi come rotte dall’interno, e vidi che sul bosco restava solo una piccola finestra azzurrina, dalla quale con una cascata larga e dritta i raggi sforavano sulla terra, innondando di una luce calda e morbida tutta la fragrante fioritura estiva. Ma nell’aria tesa e carica di elettricità silenziosamente si scatenava la tempesta dalla calugine bluastra che volava d’intorno. Ma ecco da qualche parte un colpo di tuono assordante, e le prime grosse gocce di pioggia sferzarono rumorosamente l’oro dei fiori di erba di Santa Barbara. In quell’istante, quando venne il diluvio, all’improvviso sembrò che la natura vivente avesse tirato un libero e tranquillo sospiro, che tutti gli alberi, le piante, gli uccelli e gli animali fossero contenti della pioggia splendente, angosciata, composta di grossi zampilli d’acqua. Bagnato come un pulcino, solo in mezzo al campo annebbiato e fattosi d’improvviso silenzioso, come schiacciato dagli elementi, anch’io assaporavo in silenzio l’inebriante felicità dell’uomo al quale, solo, tutt’al più due volte l’anno è concesso di vedere e sentire il magnifico scombuglio della natura. | Entry #19958 — Discuss 0 — Variant: Standard-Italyitalita
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| ... Da lontano, nella volta arborea, sembrava allegro e vestito a festa, splendente di un giallo insolitamente puro e regolare. Mi feci più vicino: era un campo abbandonato, da tempo non era arato né seminato, e ora era coperto da una fitta vegetazione, una sorta di arbusti non troppo alti, da cui, all'improvviso, esalò un piacevole odore amarognolo di fiori. "Erba di santa Barbara", ricordai da un atlante botanico letto tempo prima, "una specie di erba infestante...". Un vento fresco percorse il tappeto vivente, tutto il campo prese a giocare e mutare colore, con onde dorate che rotolavano fino alla parete ombreggiata del bosco, formando un sorprendente contrasto tra il verde scuro e il giallo brillante. "Come una coppa preziosa incastonata nella malachite", mi venne in mente questo paragone. In alto, nel cielo torrido di giugno, planava un nibbio. L'afa faceva presagire un temporale. Sulla linea dell'orizzonte, a occidente, già si andava scurendo un'enorme nube gonfia di pioggia. E solo allo zenit nuvole irregolari, dai contorni in rapida evoluzione, brillavano di un lucente argento fuso, che dava vita a una luce insopportabile. Il vento si fece più forte, tutte le infiorescenze dell'erba di santa Barbara oscillavano rapide, come a eseguire una qualche danza esotica. Cantavano, appassionatamente e senza sosta, quasi tutte le allodole invisibili all'occhio. Era come se cantassero, prima del temporale, anche i fiori, e il bosco, e quel campo lontano dalle colture umane. Ma ecco che lacrime calde, grigie, caddero da qualche angolo di cielo e si fermarono sugli arbusti dell'erba dorata. Alcune allodole si librarono proprio sul campo, fluttuando da un fiore all'altro e riempiendo tutto intorno di un tormento senza fine. Altre, agitando continuamente le piccole ali, salivano in verticale e si fermavano a quattro-cinque metri da terra, celebrando la vita a voce alta. Le nuvole che preannunciavano il temporale torreggiavano in tutto il cielo, a tratti di un blu-rosa, come se ardessero dall'interno, e vidi che al di sopra del bosco era rimasta un'unica, piccola finestra di azzurro, dalla quale, in una diritta, grande cascata, si riversavano a terra i raggi del sole, spandendo una tiepida, morbida luce su tutti i fragranti fiori estivi. Mentre nell'aria carica di tensione, piena di elettricità, infuriava silenziosamente una tempesta di piume di pioppo, che svolazzavano tremolanti. Ma ecco che da qualche parte risuonò un tuono assordante, e le prime pesanti gocce di pioggia si abbatterono sull'oro dei fiori dell'erba di santa Barbara. In quell'istante, quando arrivò il temporale, all'improvviso sembrò che tutta la natura vivente traesse un respiro, libera e alleggerita, che tutti gli alberi, le piante, gli uccelli e gli animali si rallegrassero di quella splendente, forte pioggia intessuta in possenti correnti d'acqua. Bagnato fino alle ossa, solo in mezzo al campo in tempesta, che improvvisamente era azzittito e come sopraffatto dalle forze della natura, anch'io mi misi in silenzio a godermi l'inebriante felicità di un uomo a cui una, al massimo due volte l'anno, è dato di vedere e sentire il meraviglioso turbamento della natura. | Entry #20960 — Discuss 0 — Variant: Not specifiednone
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| Da lontano ... nel corridoio foresta, sembrava divertente ed elegante brillante colore giallo insolitamente chiaro e livello. Mi avvicinai: è stato abbandonato campo, non aveva arato e dispersi da, ed ora densamente coperto con piante, alcuni cespugli bassi. Di loro improvvisamente si diffondeva un piacevole aroma amaro-floreale. "Sì, è il crescione di giardino - ricordo che una volta ho letto un atlante botanico - un po 'di erba ...". Vento fresco aveva spazzato sul tappeto vivente e cominciò a suonare l'intero zaperelivalos campo onde dorate che dokatyvayutsya a ombreggiate pareti in legno sole, formando sorprendente contrasto di verde scuro e giallo brillante. "Come un prezioso malachite ciotola cerchio" - lampo di confronto. Alto nel cielo aleggiava afoso giugno aquilone. Calore thundery. Oltre l'orizzonte occidentale è oscurato enorme nuvola di pioggia gonfiore. E solo allo zenit irregolare spiazza rapidamente i bordi delle nuvole abbagliamento argento fuso, emana una luce insopportabile. Il vento è aumentato, tutti i fiori di stupro ondeggiavano rapidamente se si esegue una danza esotica. Rang, con passione e senza sosta, molti invisibile agli occhi allodole. Se prima della tempesta cantato e fiori, e la foresta e questo è lontano dal campo di insediamenti umani. Ma ecco le calde grumi grigi è sceso da qualche parte nel cielo e aleggiava cespugli di colza oro. Alcuni allodole aleggiava sopra la pereparhivaya campo di fiore in fiore e riempire periferia incessante segatura. Altri, spesso ali svolazzanti sollevato verticalmente e aleggiava metri in quattro o cinque fuori terra e anche la vita alta voce lodato. Nubi minacciose dominava il cielo, qua e là un blu-rosa, come se incandescente dal di dentro, e ho visto che sopra il bosco ci sono solo lievi finestra bluastro dalla quale diretta cascata più larga rotto le travi di terra, versando calde leggeri fiori fragranti dolci per tutta l'estate. E in una stretta, l'elettricità riempiva l'aria silenziosamente infuria la tormenta di volare intorno al pioppo fluff. Ma qui da qualche parte assordante scoppio di tuono, e le prime gocce di pioggia grandi rumorosi colori oro hlestanuli di stupro. Il momento è venuto quando il diluvio, sembrava all'improvviso che tutti gli animali selvatici è gratuito e sollevato che tutti gli alberi, le piante, uccelli e animali felici frizzante, vspoloshnomu, tessuta dai getti d'acqua di spessore, la pioggia. Intrisa alla pelle, uno dei più nebuloso e improvvisamente sommesso, come se schiacciato dagli elementi del campo, ho apprezzato anche il silenzio inebriante felicità dell'uomo, che una, forse due volte l'anno dato a vedere e sentire la meravigliosa confusione nella natura. | Entry #17428 — Discuss 0 — Variant: Not specifiednone
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+1 1 corridoio foresta, sembrava divertente ed elegante brillante colore giallo insolitamente chiaro e livello. | Other tutto il testo sembra tradotto con Google translate | Silvia Meneghin | |
Vento fresco aveva spazzato sul tappeto vivente e cominciò a suonare l'intero zaperelivalos campo onde dorate che dokatyvayutsya a ombreggiate pareti in legno sole | Other Non accettabile | Silvia Meneghin No agrees/disagrees | |
afoso giugno aquilone. Calore thundery | Mistranslations | Silvia Meneghin No agrees/disagrees | |
| … Da lontano, visto dal sentiero boscoso, il campo sembrava allegro e lussureggiante, di un giallo luminoso straordinariamente limpido e regolare. Mi avvicinai di più: era un terreno abbandonato, che nessuno aveva più arato né coltivato da un pezzo, ed era ormai fittamente ricoperto di basse piante cespugliose, dalle quali promanò all’improvviso un gradevole aroma di fiori amarognoli. “Ma questa è una gradisella” ricordai di aver letto una volta in un atlante di botanica “una specie di erbaccia…” Un vento fresco percorse il tappeto erboso e tutto il campo cominciò a ondeggiare e a scintillare di bagliori dorati che scorrevano fino al limitare del bosco, sovrastato dal sole, formando un contrasto sorprendente tra il verde scuro e il giallo chiaro. Mi balenò in mente un paragone: “Sembra un calice pregiato incastonato in una cornice di malachite”. Lassù, nel cielo torrido di giugno, un nibbio planava. L'afa preannunciava un temporale e ad ovest dell'orizzonte già incombeva cupa un'enorme nuvola e, allo zenit, lembi diseguali di nubi che si spostavano rapidi scintillavano d'un argento fuso abbagliante, emanando una luce insostenibile. Il vento aumentava di intensità e tutte le infiorescenze della gradisella ondeggiavano come se si esibissero in una qualche danza esotica. Una moltitudine di allodole invisibili tintinnava vivacemente e senza sosta. Sembrava che prima del temporale cantassero anche i fiori, il bosco e quel campo lontano dai villaggi abitati. All’improvviso, però, caldi batuffoli grigi caddero dal cielo e si fermarono sopra i cespuglietti di gradisella dorata. Alcune allodole si librarono sopra il campo, svolazzando di fiore in fiore e impregnando i confini del campo di una fittissima polvere. Altre, sbattendo freneticamente le alette, si sollevavano in volo librandosi a quattro-cinque metri dal terreno e cantando chiassosamente un inno alla vita. Si addensavano per tutto il cielo nubi temporalesche che in alcuni punti erano d'un rosa bluastro, come se fossero arroventate dal di dentro. Vidi che sopra il bosco era rimasta solo una piccola nuvola azzurrognola che spargeva verso la terra un'ampia cascata di raggi, spandendo una luce soffice e calda su tutta la fragrante fioritura estiva. Nell'aria tesa e piena d'elettricità infuriava silenziosa una tempesta di foglie svolazzanti di tremoli, ma all'improvviso rimbombò da chissà dove un tuono assordante e i primi goccioloni di pioggia frustarono rumorosamente la distesa dorata delle gradiselle. Nell'attimo in cui cominciò l'acquazzone, parve improvvisamente che tutta la natura viva liberasse un sospiro di sollievo e che tutti gli alberi, le piante, gli uccelli e gli animali si rallegrassero per quella pioggia accecante e affannosa tessuta di grossi rivoli d'acqua. Bagnato come un pulcino, solo in mezzo a un campo nebbioso che si era acquietato d'un tratto, come domato dalla furia degli elementi, mi godevo in silenzio anch'io la gioia inebriante di chi, al massimo due volte l'anno, ha il privilegio di vedere e sentire in solitudine il meraviglioso scompiglio della natura. | Entry #18283 — Discuss 0 — Variant: Not specifiednone
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